Anello Abbazia di Pomposa

Percorso: 20 Km, asfaltato e sterrato

Punti d’interesse: Abbazia di Pomposa, Oasi di Canneviè, Torre della Finanza, Chiavica Agrifoglio

Indicazioni: Adesivi segnaletici sui pali delle indicazioni stradali, segnaletica cicloturistica ufficiale.  

Descrizione:  

Il percorso parte dalla millenaria Abbazia di Pomposa (1), fondata da monaci benedettini a partire dal VI secolo d C. “Era l’inizio del Medioevo e a quel tempo, dovete sapere, quest’area non è che fosse proprio salubre, facilmente raggiungibile e densamente popolata. La linea di costa era più arretrata. Il paesaggio era composto prevalentemente da acqua e qualche terra emersa. Ferrara non esisteva e solo Comacchio riusciva a svolgere un deciso ruolo come emporio commerciale. Le paludi tutt’attorno lasciavano poco spazio agli insediamenti umani, ad eccezione di alcune zone come la cosiddetta Insula Pomposiana, posta al centro di due rami del fiume Po e circondata da una fitta vegetazione boschiva. Fu in questo contesto – ideale per isolarsi dal resto del mondo, meditare e vivere in pace in contatto con Dio – che l’abbazia di Pomposa iniziò dal IX secolo a prendere le forme che oggi conosciamo e affacciarsi al balcone della Storia. Nel 1026 fu consacrata ufficialmente, divenendo uno dei più importanti monasteri dell’Italia centro-settentrionale, meta ambita di eremiti, imperatori, nobiluomini, santi e viaggiatori, nonché un fondamentale punto di passaggio per chi, partendo dal Mare del Nord, voleva raggiungere Roma (e ritorno), seguendo le varie tappe della Via Romea Germanica. Figlia del Medioevo e delle sue controverse vicende, le mura dell’abbazia affrontarono alti e bassi nel corso dei secoli, rivestendo come tanti monasteri e abbazie dell’epoca un fondamentale ruolo propulsore dal punto di vista culturale e religioso. Un’eredità vasta e complessa che ancora oggi è percepita da chi si pone al cospetto di questo piccolo sito d’arte sperduto nelle campagne ferraresi, tutto in seno allo Stato Italiano che ne gestisce la conservazione attraverso il Polo Museale dell’Emilia Romagna.” Pedalando in direzione del mare si incontra l’Oasi di Canneviè (2) una piccola valle salmastra di 64 ettari. Importante relitto vallivo di un più vasto complesso di lagune costiere, che circondava l’Abbazia di Pomposa, è delimitata alle estremità da due antichi casoni di valle adibiti, un tempo, a deposito di strumenti per la pesca. Porticino risale al XVI secolo, come attesta l'inventario dei beni di Alfonso II d'Este. Dal punto di vista naturalistico l'oasi rappresenta un biotopo davvero unico: data la scarsa profondità della valle, la flora è formata prevalentemente da limonium, scirpeti, giuncheti e canneti. Nelle poche zone non allagate, la vegetazione è costituita da lecci, filliree e tamerici. La fauna è quella tipica delle zone umide. E' percorribile a piedi e comprende un percorso naturalistico attrezzato per il birdwatching, con capanni di osservazione e mascheramenti per l'osservazione dell’avifauna. Nel percorso non sono ammessi animali domestici. A poca distanza da Oasi Canneviè ci si imbatte nella Torre della Finanza ”citata anche come torre di Guardia o di Volano, è una fortificazione sita sulla sponda sinistra del Po di Volano in località Volano, nel comune di Codigoro e all'interno del parco regionale del Delta del Po dell'Emilia-Romagna. Costruita nella prima parte del XVIII secolo, aveva la funzione di controllare l'accesso delle imbarcazioni in entrata dal mare Adriatico all'arteria fluviale in direzione dell'entroterra ferrarese sino a Ferrara, sia a scopo difensivo che per esigere oneri doganali. La denominazione con cui è attualmente conosciuta si deve agli ultimi suoi inquilini, una caserma della Guardia di FinanzaSulla strada del ritorno, fra terra e acqua, si può passare a fianco della Chiavica dell’Agrifoglio (4), costruita per risanare le acque del Galvano, fu eretta in seguito ai lavori di bonifica iniziati dagli Estensi nel XVI secolo; fu poi ampliata nel XVII secolo su un’ansa del Po di Volano mediante una costruzione su tre solide volte in cotto, robusti pilastri speronati ed un androne, sotto il quale passava l'antica strada. La chiavica, attraverso speciali conche, provviste di porte che funzionavano secondo il principio vinciano, consentiva lo scolo delle acque basse, che a loro volta venivano convogliate in un canale derivatore per poi defluire nel Po di Volano.Le successive bonifiche della Valle Giralda, dell'ansa del Volano e l'abbassamento del terreno, resero inservibile il manufatto. Alla fine dei lavori di bonifica, infatti, la Chiavica fu dismessa a causa del suo sprofondamento nel terreno bonificato.

Informazioni:

Visite all’ Abbazia ed al museo pomposiano, tutti i giorni dalle ore 8:30 alle 19:30, il lunedì la biglietteria è chiusa. Alla domenica la chiesa è aperta al pubblico dalle 8:30 alle 10:30.