Anello Terre Pomposiane

Percorso: 55 Km, asfaltato e sterrato

Punti d’interesse: Codigoro, Abbazia di Pomposa, Oasi Canneviè, Torre della Finanza, Boscone della Mesola, Torre Abate, Castello di Mesola, Campagne CUM

Indicazioni: Adesivi segnaletici sui pali delle indicazioni stradali e segnaletica cicloturistica ufficiale. Si consiglia di percorrerlo in senso antiorario

Descrizione:  Il percorso parte dalla stazione dei treni di Codigoro (1). Proprio davanti alla stazione c’è una piccola pista ciclabile con una colonnina dell’acqua potabile del CADF e da li inizia il percorso che, seguendo gli adesivi verdi, porta a passare a fianco del centro studi di Codigoro prima e sulla ciclabile che arriva a Pomposa poi. Giunti alla millenaria Abbazia di Pomposa (2), fondata da monaci benedettini a partire dal VI secolo d C. si può approfittare di una sosta fra storia e natura.Era l’inizio del Medioevo e a quel tempo, dovete sapere, quest’area non è che fosse proprio salubre, facilmente raggiungibile e densamente popolata. La linea di costa era più arretrata. Il paesaggio era composto prevalentemente da acqua e qualche terra emersa. Ferrara non esisteva e solo Comacchio riusciva a svolgere un deciso ruolo come emporio commerciale. Le paludi tutt’attorno lasciavano poco spazio agli insediamenti umani, ad eccezione di alcune zone come la cosiddetta Insula Pomposiana, posta al centro di due rami del fiume Po e circondata da una fitta vegetazione boschiva. Fu in questo contesto – ideale per isolarsi dal resto del mondo, meditare e vivere in pace in contatto con Dio – che l’abbazia di Pomposa iniziò dal IX secolo a prendere le forme che oggi conosciamo e affacciarsi al balcone della Storia. Nel 1026 fu consacrata ufficialmente, divenendo uno dei più importanti monasteri dell’Italia centro-settentrionale, meta ambita di eremiti, imperatori, nobiluomini, santi e viaggiatori, nonché un fondamentale punto di passaggio per chi, partendo dal Mare del Nord, voleva raggiungere Roma (e ritorno), seguendo le varie tappe della Via Romea Germanica. Figlia del Medioevo e delle sue controverse vicende, le mura dell’abbazia affrontarono alti e bassi nel corso dei secoli, rivestendo come tanti monasteri e abbazie dell’epoca un fondamentale ruolo propulsore dal punto di vista culturale e religioso. Un’eredità vasta e complessa che ancora oggi è percepita da chi si pone al cospetto di questo piccolo sito d’arte sperduto nelle campagne ferraresi, tutto in seno allo Stato Italiano che ne gestisce la conservazione attraverso il Polo Museale dell’Emilia RomagnaPedalando in direzione del mare si incontra l’Oasi di Canneviè (3) una piccola valle salmastra di 64 ettari. Importante relitto vallivo di un più vasto complesso di lagune costiere, che circondava l’Abbazia di Pomposa, è delimitata alle estremità da due antichi casoni di valle adibiti, un tempo, a deposito di strumenti per la pesca. Porticino risale al XVI secolo, come attesta l'inventario dei beni di Alfonso II d'Este. Dal punto di vista naturalistico l'oasi rappresenta un biotopo davvero unico: data la scarsa profondità della valle, la flora è formata prevalentemente da limonium, scirpeti, giuncheti e canneti. Nelle poche zone non allagate, la vegetazione è costituita da lecci, filliree e tamerici. La fauna è quella tipica delle zone umide. E' percorribile a piedi e comprende un percorso naturalistico attrezzato per il birdwatching, con capanni di osservazione e mascheramenti per l'osservazione dell’avifauna. Nel percorso non sono ammessi animali domestici. A poca distanza da Oasi Canneviè ci si imbatte nella Torre della Finanza (4), ”citata anche come torre di Guardia o di Volano, è una fortificazione sita sulla sponda sinistra del Po di Volano in località Volano, nel comune di Codigoro e all'interno del parco regionale del Delta del Po dell'Emilia-Romagna. Costruita nella prima parte del XVIII secolo, aveva la funzione di controllare l'accesso delle imbarcazioni in entrata dal mare Adriatico all'arteria fluviale in direzione dell'entroterra ferrarese sino a Ferrara, sia a scopo difensivo che per esigere oneri doganali. La denominazione con cui è attualmente conosciuta si deve agli ultimi suoi inquilini, una caserma della Guardia di Finanza.” Spostandosi in direzione nord si raggiunge il Boscone della Mesola (5) che, con una superficie di 1.058 ettari, rappresenta uno degli ultimi e meglio conservati residui di bosco di pianura, memoria delle antiche foreste che si trovavano fino a qualche secolo fa lungo la costa adriatica. Proseguendo percorso verso nord si giunge a Torre Abate (6). “Torre Abate è sicuramente la struttura idraulica più interessante di tutto il delta del Po. Fu costruita nel 1569 durante la Grande Bonificazione per favorire il deflusso a mare delle acque provenienti dal Polesine di Ferrara. Opera di ingegneria idraulica all’avanguardia per il tempo, la chiavica fu posta sul Po morto dell’Abate a intercettare le acque dai canali scolanti in prossimità del loro sbocco a mare. Era dotata di porte vinciane che, immerse a diga nelle conche d’acqua, garantivano, aperte, il regolare deflusso dei canali e impedivano, chiuse, l’ingresso delle acque marine per effetto dell’alta marea. Simbolo della Grande Bonifica Estense la chiusa era anche uno dei luoghi di guardia lungo la cinta muraria di Mesola e svolgeva altre importanti funzioni: porto, ponte di collegamento tra la tenuta di caccia e l’isola Pomposiana, chiavica di bonifica. La costruzione perse importanza dopo la deviazione del ramo principale del Po (all’epoca il Po delle Fornaci) operata dai Veneziani nel 1604, il “taglio” di Porto Viro, che provocò l’interrimento del porto di fronte alla chiavica, riducendola alle sole funzioni di bonifica. A pochi colpi di pedale verso l’entroterra si raggiunge Mesola e il suo Castello. “Il duca Alfonso II d’Este intraprese una grandiosa opera di regimazione delle acque chiamata “Grande Bonifica Estense”: il suo primo intento era quello di prosciugare un’enorme estensione di acqua stagnante che rendeva le condizioni di vita difficili e la salute precaria; ma non meno importante era la volontà di ricavare terre nuove per l’agricoltura. La grande impresa venne attuata con la partecipazione economica di nobili veneziani e finanzieri lucchesi e il risultato fu il prosciugamento di oltre 30.000 ettari del Polesine di Ferrara. A sigillo di questa grandiosa opera il duca realizzò sulla riva del mare – sull’Isola di Mesola – un castello in una grande riserva di caccia circondata da mura. Questa realizzazione fu interpretata anche come il tentativo di fondare una nuova città, “la città di Alcina”, capace di divenire una diretta concorrente di Venezia. Dietro questa idea si nascondeva il grande sogno di Alfonso II: controllare la navigazione sul Po quindi i commerci dell’Adriatico e creare una nuova capitale, “gemella” di Ferrara, in vista della perdita del controllo politico su quest’ultima per la mancanza di un erede al trono. Infatti Mesola, in quanto terra sottratta al mare, sarebbe rientrata nei beni allodiali dei duchi d’Este e pertanto non interessata dalla possibile perdita delle investiture signorili sui territori loro assegnati da parte del Pontefice o dell’Imperatore. Da mesola si rientra vs Codigoro passando per le campagne del CUM. Il Consorzio degli Uomini di Massenzatica (CUM) è una Azienda Agricola Storica e una Proprietà Collettiva di terreno agricolo. Nasce da antichi diritti delle popolazioni locali,"in esecuzione della legge 4 agosto 1894 n.397 sull'ordinamento dei Domini Collettivi nelle Provincie dell'ex Stato Pontificio [...]” (Art.2, Statuto e Regolamento), evoluti attraverso i secoli e che, giunti ai giorni nostri, sono stati valorizzati appieno dalla legge 20 novembre 2017, n. 168 “Norme in materia di domini collettivi”.Dalla gestione di questi terreni, traggono parte del loro sostentamento tre piccole comunità della provincia di Ferrara, nel comune di Mesola:Massenzatica, Monticelli e Italba.

Informazioni: 

VISITE ABBAZIA DI POMPOSA E MUSEO POMPOSIANO

Dal MARTEDI’ alla DOMENICA dalle ore 8.30 alle 19.30 (chiusura biglietteria alle ore 18.45).
Lunedì ingresso alla chiesa solo per esigenze di culto.
Domenica dalle 11.00 alle 12.00, per la celebrazione della santa messa, ingresso alla chiesa riservato ai fedeli.

La prima domenica di ogni mese l'ingresso è gratuito

Chiuso nei giorni 1 gennaio, 25 dicembre

Per info e prenotazioni visite guidate:
IAT Ufficio Informazione ed accoglienza turistica - Abbazia di Pomposa tel. + 39 0533 719110
Orari: 09.30 / 18.00 da lunedì a domenica fino al 31 ottobre - Dal 1° novembre: 10.00 / 16.00 da martedì a domenica
Telefono 0533 719110 - e-mail
iat.pomposa@comune.codigoro.fe.it

TARIFFE

Biglietto feriali (martedì-sabato)
Intero € 5,00
Ridotto (ragazzi dai 18 ai 25 anni): € 3,00

Biglietto giorni festivi: dalle ore 8.30 alle 10.30 entrata gratuita in Chiesa per celebrare la Messa; se non si desidera partecipare alla celebrazione, ma visitare il complesso Abbaziale, fino alle ore 12 la tariffa è di €1,50 (Chiesa chiusa al pubblico per la celebrazione delle ore 11.00); dalle ore 12 alle ore 19.30 il prezzo è €3,00 tariffa intera, €2.00 per i ragazzi dai 18 ai 25 anni.

Gratuito per i minori di 18 anni, agevolazioni e riduzioni a norma di legge

L'ufficio biglietteria NON accetta pagamento bancomat/carta di credito

BOSCONE DELLA MESOLA

ORARI

Da marzo a ottobre, visite libere
Martedì, venerdì, sabato e domenica

dalle 8.00 alle 18.00 (ora legale)
dalle 8.00 alle 16.00 (ora solare)

TARIFFE

Euro 1,00.
Per le aree da visitare con guida, quando previste le escursioni del Corpo Forestale dello Stato: euro 3,00.
GRATUITO

Fino a 6 anni

CONTATTI

Bosco Mesola - Via dei Frassini, 24 tel  0533 794285

  

CASTELLO DELLA MESOLA

ORARI

Dal martedì alla domenica
Dalle ore 9.30 alle ore 12.30 e dalle ore 15 alle ore 18

Il biglietto è comprensivo dell'ingresso al Museo del Bosco e del Cervo della Mesola.

Visite guidate su prenotazione, obbligatoria la prenotazione delle visite guidate per i gruppi.

Giorni di chiusura

  • Lunedì

Biglietto comprensivo dell'ingresso al Museo del Bosco e del Cervo della Mesola.
Intero 5,00 euro.
Ridotto
3,00 euro (over 65, fino a 18 anni, gruppi min. 15 pax).